Il ritorno di Rivieccio fra Eduardo e Bassolino

Gino Rivieccio nei panni di Bassolino (foto di Marco Rambaldi)

Gino Rivieccio nei panni di Bassolino (foto di Marco Rambaldi)

Per l’ennesima volta, è tornato all’Augusteo Gino Rivieccio. Ma, paradossalmente, nell’occasione ha di gran lunga la meglio (in termini di sostanza e di gradimento da parte del pubblico) proprio il già visto.
Lo spettacolo in questione, diretto da Giancarlo Drillo, s’intitola «Stasera ci divertiamo» e consta di due tempi nettamente diversi l’uno dall’altro. Nel primo i testi  – dello stesso Rivieccio, di Gustavo Verde e di Gianni Puca – accolgono gli spunti forniti dai problemi e dalle cronache d’attualità (dalla crisi economica e dalla conseguente mancanza di lavoro alle tasse e al dilagare dei blog), mentre nel secondo s’impongono, per l’appunto, i ben noti cavalli di battaglia del protagonista.
Offro qui di seguito qualche esempio delle battute snocciolate nella prima parte dello show: «Di fronte alla guerra televisiva tra gli chef, è ora che intervenga l’Onu a ordinare il cessate il fuoco… ossia il cessate il cuoco»; «Dopo “Gomorra”, vogliono fare una fiction sul rapporto fra Equitalia e i contribuenti: si chiamerà “Sodoma”»; e per chiudere in bellezza il florilegio: «Il fatto è che in Italia non c’è certezza della pena: l’unico che può parlare di certezza di pene è Rocco Siffredi».
Va molto meglio, come dicevo, nel secondo tempo, in cui Rivieccio ripesca dal suo repertorio due autentiche perle: l’irresistibile racconto a rotta di collo, sviluppato con la parlata di Bassolino, dei due terroristi venuti dalla Turchia per compiere un attentato al Centro Direzionale e che il casino chiamato Napoli mette in fuga verso l’assai più propizia New York; e l’imitazione, non meno godibile, dei duetti fra Eduardo e Pupella Maggio in «Natale in casa Cupiello».
Per giunta, il racconto dei terroristi ha acquistato nuovo sapore, la sera della «prima», dal fatto che il Bassolino finto, in tenuta da boxeur, insisteva a parlare come di un suo sosia del Bassolino vero seduto in platea. Ma davvero mi sembra un po’ poco, stanti le due ore di durata dello spettacolo occupate, per il resto, dalle battute di cui sopra.
Un po’ poco è anche il solo Gino Rivieccio sperduto sull’immenso palco dell’Augusteo (privo di scene) con la striminzita compagnia della ballerina Cristina Monticelli e dei quattro componenti della band diretta da Antonello Cascone, piazzati due a sinistra (il pianista e il sassofonista) e due a destra (il batterista e il contrabbassista).

                                                                                                                                             Enrico Fiore

(«Il Mattino», 11 novembre 2014)

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