Il 25 Aprile del partigiano Mario

Milano, 25 aprile 1945: un gruppo di partigiani sfila tra gli applausi lungo Corso Ticinese

Milano, 25 aprile 1945: un gruppo di partigiani sfila tra gli applausi lungo Corso Ticinese

Pubblico il testo di oggi de «L’Amaca», la rubrica quotidiana che Michele Serra tiene su «la Repubblica». Nel leggerlo mi sono commosso fino alle lacrime. Perché ho conosciuto personalmente qualcuno che per la libertà ha combattuto fino a sacrificare la vita. E quindi, a mia volta ringrazio, insieme, il partigiano Mario Di Maio e Michele Serra che gli ha reso omaggio (E. F.).

«Per festeggiare il 25 aprile vi chiedo uno sforzo di immaginazione. Fate conto che questa Amaca sia un drone, e ci porti in volo tutti quanti nella sala consiliare dell’undicesimo municipio di Roma, a Corviale.
È mattina. La sala è vuota. C’è solo un vecchio signore con un foglietto in mano. Ha 92 anni, si chiama Mario Di Maio, ha fatto il partigiano, è stato invitato dalle autorità municipali per raccontare ai ragazzi delle scuole e agli anziani del quartiere gli anni della guerra e della liberazione. Ma qualcosa non ha funzionato, oppure qualcuno si è dimenticato di farla funzionare, oppure è solo il clima dei tempi: fatto sta che non c’è anima viva.
Si sa di attori che hanno fatto la loro recita (e l’hanno fatta bene) di fronte a un solo spettatore. Ma è di fronte a nessuno che il partigiano Mario si schiarisce la voce e decide di leggere ugualmente, ad alta voce, il suo foglietto: una poesia che ha scritto sul bombardamento di San Lorenzo. La poesia non è bella come la canzone di De Gregori (“sconquassato il Verano/dopo il bombardamento/tornano a galla i morti/e sono più di cento”) ma a noi sembra magnifica, perché è per noi che Mario ha scelto di leggerla tra le sedie vuote, chissà se con un tricolore da qualche parte, chissà se congedato, a cose fatte, dalle scuse di qualcuno.
È accaduto la mattina del 23 aprile, ma vale come grande preludio della festa di oggi.
Nessuna manifestazione, nemmeno la più grande, potrà eguagliarla. Grazie Mario».

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