In crociera sulla «Buena Onda»
fra canzoni, happening e barzellette

Rocco Papaleo e Giovanni Esposito, mattatori al Diana (foto di Maria Laura Antonelli)

Rocco Papaleo e Giovanni Esposito, mattatori al Diana (foto di Maria Laura Antonelli)

NAPOLI – Fra tante altre cose, nella mia vita piuttosto movimentata ho fatto anche, alla fine degli anni Sessanta, il commissario di bordo sull’«Achille Lauro», che allora era l’ammiraglia della flotta mercantile italiana. La «nave blu», così la chiamavano nei porti del mondo. Facevamo la rotta regolare per l’Australia e la Nuova Zelanda, trasportando soprattutto emigranti. Ma quando arrivavamo in Australia nel periodo di Pasqua o di Natale-Capodanno, invece d’intraprendere subito il viaggio di ritorno ci fermavamo là per due crociere di una settimana ciascuna: Tasmania, Nuova Caledonia, Isole Figi…
Aggiungo che io sono stato l’unico che si sia messo in discussione, invertendo per una volta, e sino in fondo, i ruoli fra il critico e i teatranti. E proprio quell’esperienza me ne fornì l’occasione. Il 16 dicembre 1979 presentai nel Teatro Biondo, un ex tempio della sceneggiata preso in gestione da Mario e Maria Luisa Santella, la performance «Ma dove vanno i marinai», ispirata, per l’appunto, alle mie avventure transoceaniche. E in sala c’erano quasi esclusivamente teatranti, così come fu un’attrice, la stessa Maria Luisa Santella, a scrivere la recensione di quell’assolo, pubblicata il 22 dicembre nella pagina nazionale degli spettacoli di «Paese Sera» – il giornale per cui lavoravo – con il titolo «Tutti sulla nave del Teatro / marinai, pubblico ed autore».
Ora, con simili precedenti, mi dite voi come avrebbe potuto non piacermi «Buena Onda», lo spettacolo che il Nuovo Teatro di Marco Balsamo presenta al Diana? «Buena Onda», infatti, è il nome di una nave impegnata in una crociera, con gli spettatori chiamati a far la parte dei passeggeri. Ma, mettendo fra parentesi le mie motivazioni autobiografiche, mi affretto a esporre i dettagli dell’allestimento.
Il filo conduttore è costituito dai battibecchi fra il comandante Ruggero Chiaromonte e Gegè Cristofori, il leader e cantante dell’orchestrina, Gli Incompresi, incaricata dell’intrattenimento serale per i crocieristi: il primo vorrebbe uno show leggero, quel che si dice scacciapensieri, mentre il secondo – inalberando un aforisma di Ravelais: «L’allegria ci fa stare meglio, ma è la malinconia che ci migliora» – propende per il jazz e le canzoni impegnate che lui stesso compone. E ne derivano da un lato «Buonasera signorina» e «Volare» e dall’altro «Via con me (It’s wonderful)» e una «Pane e olio» che, cantata su una nave da crociera, dove ci si abbuffa ogni mezz’ora, converrete ch’è un bel pugno nello stomaco.
La musica, dunque, prevale nettamente sui testi, firmati da Valter Lupo, Valerio Vestoso, Rocco Papaleo e Giovanni Esposito. Questi, tanto per fare solo due esempi, propongono la barzelletta del papa arrivato in Africa con un aereo carico di giocattoli e che, quando gli dicono: «Santità, qua i bambini non mangiano», replica severo: «Ah, no: a chi non mangia niente giocattoli»; oppure rievocano il vecchio sketch degli equivoci fra «minerale» (l’acqua) e «naturale» (l’ovvio) inscenato dal cliente e dal cameriere di un ristorante. Meglio «San Martino» di Carducci e «La mer» di Trenet reinventate in dialetto lucano.
Naturalmente, ci sono anche gli happening col pubblico: ieri sera, alla «prima», ne sono state protagoniste una spettatrice invitata a impersonare la crocierista corteggiata dal comandante e una ragazzina spinta nel ruolo della figlia dell’armatore. E il resto – sotto la regia dello stesso Lupo – è affidato alla bravura e alla simpatia dei due mattatori in campo, appunto Rocco Papaleo (Gegè Cristofori) e Giovanni Esposito (Ruggero Chiaromonte), ottimamente affiancati da Francesco Accardo alla chitarra, Jerry Accardo alle percussioni, Guerino Rondolone al contrabbasso e Arturo Valiante al pianoforte.
In conclusione, una crociera, se non eccitante, almeno rilassante.

                                                                                                                                            Enrico Fiore

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