Scompare con Brigida Veglia
l’angelo custode del Sannazaro

Brigida Veglia insieme con Mario Merola all'apertura di una stagione del Sannazaro

Brigida Veglia insieme con Mario Merola all’apertura di una stagione del Sannazaro

Per anni e anni (una vita intera) nei programmi di sala del Sannazaro il suo nome e cognome sono comparsi sotto la voce «amministrazione». Ma Brigida Veglia – spentasi ieri notte a sessantaquattro anni nell’ospedale degli Incurabili – per la «bomboniera» di via Chiaia è stata ben più che l’addetta ai conti e alla cassa, anche se dietro quest’ultima di fatto stette seduta, sera dopo sera, fino a quando glielo consentì la malattia che a lungo l’ha tormentata.
Voglio dire che, per il Sannazaro, Brigida Veglia è stata un vero e proprio angelo custode. E del resto, non fece fatica ad amare quel teatro, lei ch’era figlia di coloro i quali, la grande Luisa Conte e suo marito Nino Veglia, l’avevano riaperto e portato a un successo popolare che nessun altro teatro napoletano del dopoguerra ha conosciuto. Infatti, affiancata per quanto riguarda i compiti organizzativi dal marito Mario Sansone, ha dedicato all’autentico tempio della comicità di cui parliamo, governato dal sapiente estro autorale di Gaetano Di Maio, cure tanto discrete quanto decisive.
In pratica, il Sannazaro fu per Brigida Veglia il figlio maschio che si aggiunse alle figlie vere Lara e Ingrid Sansone. Giacché proprio con la dedizione e la trepidazione di una madre ne seguiva passo passo l’attività e le iniziative, sia quelle ordinarie sia, a maggior ragione, quelle straordinarie. Ed era sempre prodiga di consigli, preziosi e affettuosi insieme; e prontissima, poi, a sanare i dissidi che potevano nascere in seno alla compagnia, allo stesso modo in cui Gaetano Di Maio interveniva puntualmente, con perizia e pazienza, a cucire su misura un ruolo per ciascuno, sì che tutti si sentissero appagati.
Insomma, fu anche grazie a lei che il Sannazaro funzionò come una famiglia. E non ricordo quante siano state le telefonate che Brigida Veglia mi ha fatto per raccomandarmi – pure in memoria di Donna Luisa, che me le aveva affidate prima di morire – di star vicino a Lara e a Ingrid. E io l’ho fatto, come meglio ho potuto e come, d’altronde, avevo promesso di fare per l’appunto a Donna Luisa. Una cosa, invece, non ho fatto: non mi son fatto vedere da Brigida quando, passando in via Chiaia, la vedevo chiusa in macchina a guardarsi da lontano il suo Sannazaro perché non poteva più camminare.
I funerali si svolgeranno stamattina alle 10,30 nella Chiesa degli Artisti in piazza Trieste e Trento. Saranno anche l’addio a un tipo di teatro che s’avvia a scomparire.

                                                                                                                                              Enrico Fiore

(«Il Mattino», 21 maggio 2014)

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