La Filumena di Gloriana come un’Erinni dei vicoli

Gloriana e Nello Mascia in una scena di «Filumena Marturano»

Gloriana e Nello Mascia in una scena di «Filumena Marturano»

NAPOLI – Credo proprio che, per fare oggi un discorso non scontato su «Filumena Marturano», occorra partire dal frammento 4149 dei «Diari» di Friedrich Hebbel, che, datato «Vienna, 18 aprile 1847», recita: «Una donna a suo marito: sì, è vero, solo uno di questi tre bambini è figlio tuo, ma non ti dico quale perché non voglio che tratti male gli altri».

Titina De Filippo in «Filumena Marturano»

Titina De Filippo in «Filumena Marturano»

Non importa sapere se Eduardo conoscesse o meno i «Diari» di Hebbel. Il frammento in questione dimostra a sufficienza che la storia di Filumena Marturano girava nell’aria, attraversando i secoli e, quindi, collocandosi nella sfera del mito. Certe intuizioni si presentano sul palcoscenico come figlie – insieme – del tempo, dello spazio e di molti autori. Ma se parliamo di mito, parliamo di simbolo. E questo spiega, d’altronde, il successo persistente che «Filumena Marturano» ottiene sui palcoscenici di tutto il mondo, al di là di qualsiasi barriera linguistica: il teatro è, per l’appunto, il regno del simbolo.
Invece, predomina il realismo spinto, a parte l’elemento del tutto esterno di una scenografia scarna e astratta (vedi i fondali scorrevoli e i pochi arredi montati su pedane girevoli), nell’allestimento proposto al San Ferdinando per la regia di Nello Mascia. Gloriana, in quanto attrice, proviene dalla sceneggiata, che era il «luogo» delle passioni squadrate con l’accetta: un «luogo» che, perciò, sul piano della formalizzazione ha costituito una scuola. E la sua Filumena trova un riscontro perfetto in ciò che una sera del 2006 mi disse Maria Rosaria Misiano.
Detenuta a Pozzuoli, interpretò «Filumena Marturano» al Mercadante, nell’ambito del progetto «Il carcere possibile». E mi disse, con  la verità e la brutalità che le aveva insegnato la vita: «Filumena è ‘na femmena. La muove soprattutto il desiderio di vendetta contro Soriano, chillu strunzo ca praticamente se l’ha accattata. Basta pensare al disprezzo che manifesta per lui con la battuta “Me sierve… Tu, me sierve!”».

Carlo Cecchi

Carlo Cecchi

È stato uno dei miei incontri più preziosi. E non so se si capisce che qui – nei limiti di cui sopra – sto facendo a Gloriana un grande complimento. Autentica Erinni dei vicoli, ha facilmente ragione, come doveva essere e com’era prevedibile, del dimesso e nevrotico Domenico Soriano disegnato dallo stesso Mascia. Mentre, per il resto, più d’una cosa non funziona: poniamo, l’incongrua Diana (Francesca Golia) atteggiata come una pin-up scema o l’incomprensibile Alfredo Amoroso (Giancarlo Cosentino) trasformato in una sorta di giudice supremo che reiteratamente agisce fuori dello spettacolo, cita le leggi dell’epoca sui diritti dei figli e addirittura abbandona Soriano mettendolo sotto accusa.
Alla replica di sabato sera c’era addirittura Carlo Cecchi. E conveniva anche lui che il dato interessante dello spettacolo (perciò l’ha definito «un evento») consiste proprio nell’applicazione a Filumena dei canoni della sceneggiata: «O la interpreti in chiave tragica, come faceva Titina De Filippo, o così, non c’è via di mezzo».

                                                                                                                                             Enrico Fiore

(«Il Mattino», 28 dicembre 2015)

Questa voce è stata pubblicata in Recensioni. Contrassegna il permalink.

2 risposte a La Filumena di Gloriana come un’Erinni dei vicoli

  1. Raffaele Di Florio scrive:

    Gentile Fiore,
    sono piacevolmente stupito nel leggere il termine che ha usato Cecchi riguardo alla messinscena di Filumena: “sarà evento” è la frase che dissi a Mascia quando ci incontrammo per discutere dello spazio scenico.
    Colgo l’occasione per augurarle buone feste ed un ottimo 2016.

  2. Enrico Fiore scrive:

    Gentile Di Florio,
    ricambio cordialmente gli auguri.
    Enrico Fiore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *