Quella favola che corre in sella a una Vespa

Serena Autieri e Paolo Conticini nella scena più celebre di «Vacanze romane»

Serena Autieri e Paolo Conticini nella scena più celebre di «Vacanze romane»

NAPOLI – Eppur si muove! Ma, naturalmente, non voglio scomodare l’anima bella di messer Galileo. Più semplicemente, mi riferisco alla riedizione, in scena all’Augusteo, di «Vacanze romane», la commedia musicale tratta dall’omonimo e celeberrimo film di William Wyler. Rispetto all’edizione firmata undici anni fa da Pietro Garinei e presentata sempre all’Augusteo, la mitica Vespa non emerge più dal sottopalco, trionfalmente illuminata come ogni simbolo che si rispetti, ma arriva dalla platea con in sella il legittimo proprietario, il fotografo Otello.
Il movimento, però, si ferma qui. Appena giunta sul palcoscenico, la Vespa rimane bloccata peggio che la terra di messer Tolomeo. Nemmeno più girano le sue ruote, come appunto avveniva in mano a Garinei. Si muovono soltanto, nel senso che ne scorrono sul fondo le immagini, gl’illustri monumenti dell’Urbe, a riprodurre l’indimenticabile «tour» che nel film compivano i non meno indimenticabili Audrey Hepburn e Gregory Peck. E questa è una soluzione ripresa pari pari dall’allestimento del 2004.
Tanto per dire che non ci sono sorprese nell’allestimento firmato, oggi, da Luigi Russo. Nessuna modifica, ci mancherebbe, è stata apportata alla storia (o meglio alla favola) della principessa Anna che, arrivata a Roma in viaggio diplomatico, finisce per innamorarsi del giornalista piuttosto spiantato Gianni Velani. Anna, ad esempio, continua a citare (l’adattamento del libretto originale di Paul Blake è di Iaia Fiastri) il sopravvalutato e ormai dimenticato Salvatore Quasimodo. E l’elemento più appariscente di questa riedizione è costituito dai bei costumi di Silvia Frattolillo, che già prese parte all’allestimento di Garinei.
In compenso Russo, che non a caso viene da frequenti esperienze nel campo della prosa, mantiene la promessa fatta quando, nelle note di regia, ha annunciato di voler privilegiare «la parola detta». Qui il dato teatrale risalta, soprattutto grazie all’immissione nel cast di un’attrice dotata ed esperta come Fioretta Mari (la contessa). Ed altrettanto efficace risulta, in proposito, Laura Di Mauro (Francesca), anche lei presente nell’edizione di undici anni fa.
I due protagonisti sono Serena Autieri, che, riprendendo il ruolo di Anna costruito sotto la guida di Garinei, si rivela molto brava specialmente sul piano del canto, e Paolo Conticini, che fa di Velani un simpatico romano che tradisce nell’accento le origini toscane dell’attore. Grandi applausi alla «prima».

                                                                                                                                              Enrico Fiore

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